DUELLI è il tag, e anche il format, di un ciclo di serate che si propongono di divulgare, in atmosfera giocosa e conviviale, la cultura di cui vino è espressione e la conoscenza delle basi della degustazione tecnica. Nel corso dell’ultima agape, avente ad oggetto i vini bianchi di Francia, hanno spiccato due etichette di cui voglio condividere le sensazioni.
La prima viene dalla rinomata Borgogna. La regione centro-orientale della Francia, terra di monasteri benedettini e cistercensi. Patria mondiale degli aristocratici vitigni Pinot Noir e Chardonnay e dei vini più raffinati del pianeta. Per intenderci, è la terra delle piccole, esclusivissime cantine (ciascuna in media produce 30.000 bottiglie), dei Climat, i piccoli vigneti eccelsi, di filari empirei tramandati nei secoli.
È la regione, tra gli altri, del Domaine de la Romané Conti (La Tache – Pinot noir – 2017 € 6.320) e del Domaine d’Auvenay (Batard Montrachet – Chardonnay – 2015 – € 21.990).
In quest’area sublime, su particelle poco note, identificate dalla denominazione AOC Tonnerroise, da Tonnere, località in provincia di Auxerre, a un tiro di schioppo da Chablis, il Domaine Bouduin Millet produce il suo Chardonnay. Piacevolissimo e sorprendente per alcuni accenti gustativi. Eccellente nel rapporto qualità – prezzo.
Millesimo 2021 di classico colore paglierino, estremamente vivace nel caso, coinvolgente. Ha profumi delicati di fiori bianchi, pesca croccante, agrume ed erbe aromatiche, salvia su tutte. Un timbro che tecnicamente andrebbe definito moderatamente complesso, se non suonasse sminuente. Diciamo, allora, di buona finezza e delicatezza. Morbidezze sull’abbrivio, freschezza (più accentuata nel millesimo 2020) e un tenue, sorprendente, morsetto tannico (più netto sempre nel millesimo 2020) si equilibrano in bocca. Giunge nel finale l’eccentricità seducente di questo vino, un q.b. lievissimo di mentolato, un’eco balsamica, in contrappunto (meno accentuata nella vendemmia 2020). Peculiare, stupefacente, molto gradevole. Può reggere ancora qualche anno.
Dalla parimenti poco nota area Menetou-Salon, nel tratto centrale del corso della Loira, a ridosso della più famosa Sancerre, arriva l’altro dei due vini bianchi impressi nei ricordi prima che sulle righe del taccuino. Dallo Chardonnay, dunque, passiamo al Sauvignon.
Domaine Pellé AOC Menetou-Salon Les Bornes blanc, millesimo 2022. Le vigne sono radicate nei terreni marnosi del Kimmeridgiano (4 milioni di anni), tipici della zona. Sono vecchie di 25 anni. Non sono tantissimi, ma lasciano prefigurare buona robustezza del tralcio e una certa ricchezza del vino. In effetti, qui gli aromi definiscono un bouquet complesso che spazia dai consueti fiori bianchi, alla frutta esotica, all’erba vivace, al crepitante fogliame. Al sorso i tanti aromi, una vibrante freschezza e una giusta punta minerale si agitano su un velo di soave, avvolgente morbidezza. Resta, nel finale, una persistenza lunga da cui spunta un ananasso gioioso.
La tessitura di questo vino è raffinata, elegante, equilibrata. Impiantata su un corpo ben gagliardo. Esito certo dell’anzianità delle vigne, ma, di più, del processo di affinamento sur lies (le fecce dei lieviti del mosto) che il produttore stesso dichiara.
L’appagamento del Les Bornes appartiene a quella categoria speciale, ossimorica nonché perigliosa (salvo che non si sia accompagnati da una donna di pari finezza e vigoria), dell’inestinguibile. Non si smetterebbe di berlo, non si perde nei ricordi.
Baudouin Millet
AOC TONNERROISE
(a Benevento da Alimenta bistrot)
Domaine Pellé
AOC MENETOU-SALON . Les bornes blanc
(a Benevento da Alimenta bistrot – € 36)
Morbide prominenze di tette in aereo