Salerno: tutto imperdibile all’osteria Canali

Di Salerno si dice spesso per i lasciti di Vincenzo De Luca. Sindaco, Presidente della Regione, commediante dell’arte. Luci d’artista, archistar, scerifferie, stazione marittima, nuovi ospedali, aeroporto e via discorrendo.
Il bello, però, è in cima a una salita, da dove il mare manco si scorge. Dietro una facciata anonima, sul lato lungo di una piazzetta sbilenca.

Salerno, duomo

Digressione mistica

È il Duomo. Bellissimo. Struttura medievale, rifacimento barocco. Il chiostro, prospiciente l’ingresso vero e proprio, nelle sere tiepide e nitide di primavera, è particolarmente suggestivo. Sotto la volta dei corpi celesti, nella penombra delle delicate luci del campanile e del porticato, tra gli imponenti, marmorei sarcofagi romani, l’eco della funzione religiosa induce al misticismo.

Questo incipit è già troppo lungo per le norme di redazione giornalistica e per le alchimie degli algoritmi di ricerca in rete. Era necessario. Non si esce solo per mangiare o almeno non si dovrebbe. E poi, potrebbe essere d’incentivo per una digressione culturale a chi legge con l’intenzione di saper come si mangia all’Osteria Canali (che dal Duomo dista 200 metri).
Si mangia benissimo, diciamolo subito.

L’avevamo intuito entrando nell’anfratto angusto, nella grotta isolata dalle reti telematiche, allorquando, buttando l’occhio nella cucina aperta, avevamo osservato un uomo chino su un matterello a tirar una sfoglia di pasta.

La cena ha confermato.

Salerno osteria Canali

Piatti tipici, saporiti e l’emozione della bella titolare

Piatti semplici della tradizione campana, lievi cedimenti al mare, sempre popolareschi e territoriali.
Festival di verdure con l’antipasto di frittata di borragine, quenelle di patata col peperone crusco, la verdura in timballo col pane croccante.

Se l’antipasto è saporito ma all’insegna del pauperismo campagnolo, i primi sono un florilegio di perle del gusto.
Fusilli strettissimi conditi con ragù, la cui gustosa sfumatura di attaccaticcio esplicita l’epica cottura. Proustianismi, evocativi di immemori cucine avite.
Mezze maniche rigate alla genovese con maiale al miele in luogo del lacerto di manzo. Eleganti, gustose, ambiziose come giovani entusiasti.
Spaghetti allo scammaro che paiono appena usciti dai fornelli del pescatore. Freschi, saporiti, appaganti.

Nelle recensioni dei locali migliori c’è sempre qualcosa di imperdibile. Cos’è qui imperdibile? Tutto!

Anche la carne del ragù: braciola, salsiccia, traccia e cotica. Pochi ristori osano servire la cotica. La cui consistenza, qui, conferma l’impressione sull’epica cottura del ragù: si taglia con la forchetta, si dissolve in bocca.

Intensa coniugazione di terra e mare il tortino di alici e ricotta di bufala. Non abbiamo avuto spazio per testare il baccalà. Il che è buon motivo per ritornare.

Si aggira per i tavoli la fondatrice, vent’anni fa. Austera, bella. Abbiamo impressioni più precise, ma ci autoimponiamo, pur nel dissenso da questo andazzo, la censura.

La tentazione di intavolar chiacchiere, di raccogliere informazioni cede ai sapori. Quando le pietanze servite sono così buone non bisogna distrarre il lettore con altre narrazioni.

Salerno tortino di alici e ricotta di bufala

Salerno, carne al sugo

La blasfemia

Giunge, infine, a demolire il bello e il buono, il dolce.
Tartelletta di pasta frolla, calda, stucchevole, fastidiosa con irritante crema fredda di frigorifero e amarena altrettanto gelida. Perché? Infame torta a cioccolato, spacciata per simil Sacher, con glassa di cioccolato alla menta e marmellata di arancia. Il dio dei dolci sia merisericordioso per questa blasfemia.
Fermarsi un attimo prima di questo precipizio è d’obbligo.

Ben studiata la carta dei vini.

Servizio cordiale, informale, preciso e mai invadente.

Conto stracciato (25/30 euro) per la qualità complessiva della proposta.

 

Osteria Canali
Salerno – via dei Canali, 34
339 525 2672