Sagra Enogastronomica di Massa di Faicchio: festa autentica di cibo identitario

Massa è amministrativamente una frazione del comune di Faicchio. A parlar con chiunque dei suoi cinquecento abitanti, però, ne senti parlare come di un paese. E’ forte, dunque, l’identità della comunità; esito, del resto, di una storia che attraverso i secoli ha voluto questo lembo di fertile terra, stretto a sud e a nord tra i monti Acero ed Erbano, appartenere lungamente ad un’unica famiglia pur soggiacendo all’egida di diversi centri amministrativi (Cerreto Sannita, San Lorenzello ed infine Faicchio).

La Pro – Loco, oggi guidata da Carmen Festa, è una delle più attive della provincia di Benevento ed organizza nel corso dell’anno diversi eventi tutti caratterizzati da una forte, ricca e pregnante partecipazione della popolazione.  Già “Vini, masserie e Massa”, la rassegna che si svolge a giugno, rappresenta una sorta di ode della produzione vinicola più schietta, coinvolgendo chi il vino lo produce per se e per i propri accoliti ed a Massa si può dire che ogni famiglia lo produca come splendidamente racconta il prezioso volume “Storie di vigne vissute”.  La “Sagra enogastronomica”, in programma dal 18 al 20 settembre e quest’anno giunta alla trentesima edizione, rappresenta, in più, la autentica esaltazione dell’identità enogastronomica del paese (lo vogliamo chiamare così anche noi, facendo prevalere sui dati amministrativi la considerazione del senso di appartenenza delle persone con le quali abbiamo parlato rispetto).

Centinaia di persone, si può dire tutte le famiglie, preparano in casa i piatti tipici della comunità che vengono serviti durante il fine settimana della sagra, diffusa lungo le vie e la piazza del piccolo centro: “p’parul ‘mbuttit” (peperoni ripieni), “scarrafun” (pasta rustica con un po’ di falangina lavorata sul pettine di un telaio e fritta), “tagliarelli e cici”, “carne e p’paruli” (carne di maiale e peperoni sott’aceto), “pallottole” (impasto di patate fritto senza panatura).

Non è, quindi, la sagra di un prodotto ma una festa di cibo identitario.

In una terra dove tutti hanno una vigna e producono vino non potrebbe, poi, mancare l’apoteosi di bacco: la “fontana delle tre botti”, nel centro della piazza, durante i tre giorni della sagra zampilla a vino (della Vinicola del Titerno) invece che ad acqua e ciascuno può dissetarsi gratuitamente.

Visite e degustazioni alle cantine tufacee del centro, lo spettacolo teatrale Salute prodotto dalla Solot, una visita alle vigne con aperitivo degustazione ospitato dalla Vinicola del Titerno e guidato da Mariagrazia de Luca, delgata AIS di Benevento, spettacoli musicali completano il ricco programma (clicca qui per il programma completo) di questa festa che il lavoro delle famiglie con il supporto della Pro Loco e dei tanti visitatori rende ancora miracolosamente possibile nella sua autenticità.

 

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