Petto di pollo vivace per dieta goduriosa

13Quando chi scrive di cibo, giornalista, blogger o mister nessun titolo che sia, decide di iniziare una dieta dovrebbe prendersi il tempo necessario a scrivere una decina di pezzi da inviare al giornale durante il periodo di astinenza.

Mettersi a dieta è una decisione che si improvvisa, bisogna cogliere l’attimo, il momento in cui psicologicamente si possa reggere lo stress e poi affidarsi ai primi risultati, ove validati dai buchi delle cinture prima che dagli aghi delle bilance, perché facciano da frangiflutti all’accumulo di tensione, alle tentazioni. Insomma, ci vuole un miracolo e i miracoli non si programmano.

Si sarà capito che sono a dieta senza aver programmato di esserlo e scrivere qualcosa di interessante è impresa ardua.

A ben pensarci non sarò il solo a essere a dieta e nessuna rubrica gastronomica si occupa di chi è a dieta.

Inauguriamo, allora, una “dietetic edition” di questa rubrica, che abbia riguardo al diffuso popolo di lettori che intende dimagrire e che è in lotta con i protocolli alimentari (si chiamano oggi così le diete, importando un pessimo linguaggio burocratese).

Nei protocolli alimentari pulsa il PETTO DI POLLO! Il petto di pollo è immancabile, qualsiasi dieta si segua.
Il pezzo di carne pia, insulso, quando non disgustoso.

Nell’aura di penitenza che normalmente avvolge la dieta, con errore decisivo considerato periodo espiatorio durante il quale mangiare il peggio per scontare gli eccessi di golosità e piacere, nella fretta con cui si pensa alla cucina quando si è a dieta, il petto di pollo finisce più spesso in padella che non sulla griglia.

ORRORE!

Bianco, quasi lesso, stopposo, sfilaccioso, lo si butta giù con la stessa espressione repulsiva e agghiacciante con cui un bambino ingoia uno sciroppo di antibiotico. I muscoli facciali compiono uno sforzo inumano per contenere la espressione di ripugnanza.

Se la dieta è un atto di sanità psicologica prima che una procedura per perdere peso, questo benedetto, immancabile petto di pollo deve essere gratificante, coinvolgente, appassionante, stimolante. Non buttiamolo in padella con disprezzo, dedichiamo tempo e attenzione, cominciando dalla sera prima o dalla mattina. Una bella marinatura rinfrescante lo renderà vivace: limone (di giardino ma anche del supermercato), rosmarino selvatico (ma pure bello e imbustato preso al banco frigo del supermarket), salvia della nostra piantina (ma anche del droghiere), pepe rosa (oibò, questo non sarà mai selvatico o a chilometro zero o genuino o bio e scemenze varie). La curcuma, che è di moda, con tutte queste spezie non va bene, anzi, secondo me, non va bene mai.

Lasciate la generosa porzione di petto di pollo (150grammi in genere) marinare qualche ora in questo intingolo aromatico e poi, al momento del pasto, arrostitelo bene, che prenda quelle bruniture bronzate, conferiscono sapore di arrosto, appunto.

Sarà un piatto godurioso della dieta. E quei cinquanta grammi persi di giornata saranno guadagnati con mucho gusto.

Evviva pure il petto di pollo.