Il matrimonio dell’Asprinio d’Aversa

Festoni e vite maritata

Il matrimonio della vite (vite maritata) con alberi da frutto, olmi, pioppi, è di tradizione etrusca e dà luogo all’aberata. Questa tecnica ebbe diffusione in diverse regioni d’Italia, ma nel cuore della Campania felix, nell’agro aversano, ha testimonianze che persistono da circa 3000 anni.
Qui, infatti, si possono trovare viti secolari abbarbicate agli alberi e alte fino 15 o 20 metri.
I tralci con questo sistema di allevamento, rigogliosi di fogliame e uva, formano un arco festante a cavallo degli alberi cui sono avvinghiate le piante. Carolina Bonaparte, moglie di Gioacchino Murat, con bellissima, evocativa espressione, li definì, festoni.

scalilli

Vantaggi e svantaggi

Lo sviluppo verticale della pianta presenta vantaggi relativi tanto alla maturazione del frutto che alla possibilità di utilizzare il terreno sottostante per altre colture. Un’ottimizzazione nell’utilizzo del suolo e degli spazi di antica saggezza contadina e moderna coerenza con coi principi di sostenibilità e biodiversità.

Gli svantaggi, tuttavia, sono stati decisivi nel determinare il quasi completo abbandono di questo metodo. La vendemmia va svolta a mano, da vendemmiatori esperti che Scognamiglio definisce uomini ragno, pericolosamente in bilico su speciali scale, dette scalilli, costruite su misura delle tibie dei vendemmiatori. I costi sono inevitabilmente alti.
L’antieconomicità e una prepotente cementificazione hanno segnato il declino, ma non la fine, della vite ad alberata, utilizzata in questo pezzo di meridione per coltivare le uve Asprinio.

Asprinio d'Aversa

L’Asprinio d’Aversa nel racconto di Scognamiglio

I vigneti sopravvissuti che sono slarghi di beltà in cui trovar respiro dall’asfissia dell’antropizzazione.
Dalle uve si trae l’Asprinio d’Aversa. Spumantizzato e fermo.

Con un linguaggio scorrevole, tocchi di simpatia e profonda documentazione iconografica, scientifica, storica e letteraria, racconta tutto e molto altro Michele Scognamiglio nel suo Asprinio d’Aversa, racconto di un matrimonio Felix di 3000 anni fa.
Le nozioni scientifiche, i dati economico-sociali, i riferimenti storici e le citazioni letterarie non formano pedanti corpi a se stanti, ma sono inseriti con sapienza nel racconto. Ne risulta una eccezionale fruibilità per il lettore.

Una nota di merito, infine, anche all’editore per il ricco e ben impaginato corredo iconografico nonché per la scelta grafica dedicata alle divagazioni di approfondimento.

Il testo recapitatoci è personalizzato dalle Cantine Bonaparte, produttrici di ottimo Asprinio da alberata, nelle versioni fermo e spumante.

Aspirino d’Aversa, racconto di un matrimonio Felix di 3000 anni fa
Cuzzolin, pagg. 203, euro 24