Cos’è un’enoteca, cos’è il Bar Elisa

Raccolta, in genere a scopo commerciale, di bottiglie di vini pregiati di vario tipo. Per estensione, il luogo stesso (negozio, cantina, ecc.) in cui i vini sono conservati per la vendita, o anche per la degustazione, ed esposti al pubblico secondo criteri che ne facilitino la scelta e l’apprezzamento; anche, mostra temporanea o permanente di vini in bottiglia, per lo più di produzione locale o regionale, allestita e gestita da enti pubblici.”

Questa appena riportata è la definizione del vocabolo enoteca, fornita dal dizionario online della Treccani.

A questa definizione, probabilmente, si rifanno i miei amici non beneventani quando mi dicono, controbattendo al sentimento universale che mi lega al Bar Elisa, “dai, in fondo non è una vera enoteca con quelle poche bottiglie, in quel piccolo spazio”.

Ebbene, se questi miei amici hanno ragione da un punto di vista rigorosamente lessicale non ne hanno affatto in concreto.

Luigi Marotti e la bella Oriana hanno fatto del loro piccolo esercizio commerciale ben più e ben altro che una immensa enoteca. Fuori da ogni schema (il locale trendy, il circolo culturale, da ogni formula (non c’è manco lo spazio per le classiche degustazioni), da ogni forma (siamo in un quartiere popolare a pochi metri dalla sede dell’azienda che si occupa dell’igiene urbana ed a poche centinaia di metri dal cimitero) al Bar Elisa si coltiva umanità, conoscenza, curiosità. In un ambiente di fatto ostile, senza tavolini se non sul marciapiedi, con sgabelli al limite della scomodità, Luigi e Oriana conducevano prima dell’alluvione e condurranno da qui a breve una carovana di frequentatori assidui e meno assidui che si ritrovano lì per essere introdotti in nuovi gusti, in nuovi territori. Non è affatto scontato o casuale l’assortimento enogastronomico di Luigi: i bagoss, i blu di capra, le robiole sublimi, le bollicine più sperdute di Francia, i whisky, le doc minori, i vini da tavola, i naturali senza puzze. Tutte le proposte innanzitutto per esplorare sensazioni meno note, meno scontate. Poi si seleziona il buono, in compagnia e nascono così  le spaghettate improvvisate, le prove più ardite, le ostriche, il crudo all’improvviso. Se sei un habitué può capitarti di essere convocato ad horas per una mozzarella sopraffina, se ci capiti per caso si sarà sempre un boccone in più, non per mera generosità ma perché il piacere del gusto richiede condivisione, confronto, perché Luigi ha una mission: scoprire e diffondere il buono. Non fosse vero, del resto, perseguirebbe più banalmente il mero e giusto lucro commerciale, vendendo etichette comode per regali di rappresentanza.

Luigi e Oriana hanno preso una strada più impervia ma più gratificante il cui successo è riscontrabile in questi giorni nella non comune, né frequente mobilitazione di singoli disorganizzati, impegnati per consentire al Bar Elisa di riorganizzarsi dai danni dell’alluvione e riprendere “più forte di prima”.

Ci vediamo stasera alle 19, al Morgana per il primo appuntamento di Bar Elisa in Tour.

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