<<Il vino ci fa intravvedere un mondo sub specie aeternitatis in cui il valore delle cose buone, chiunque sia a possederle, è in bell’evidenza.

Ora, una di queste cose buone è la storia. L’assaggio cieco presuppone che il vino si rivolga solo ai sensi e che la conoscenza della storia non abbia a che fare con la capacità di apprezzarlo; ma pensare di poter giudicare un vino solo dal gusto e dall’aroma è come pensare di poter giudicare una poesia cinese solo dal suono senza sapere il cinese; e come una parola suona diversa a chi ne conosce il significato, così i vini hanno un sapore diverso per chi li può localizzare nello spazio e nel tempo.

Un grande vino è un fatto culturale, inaccessibile ai protestanti, agli atei o a quelli che credono nel progresso, perché dipende dalla sopravvivenza dei dei locali.>>

 

da “Bevo dunque sono”, Roger Scruton, Raffaello Cortina editore

Leave a reply:

Your email address will not be published.