mercato della terra sannita, la lotta di resistenza dei piccoli agricoltori

“Mercati della terra” è un progetto di Slow Food che si prefigge l’obiettivo di realizzare mercati cui hanno accesso solo i piccoli agricoltori locali che offrano per la vendita esclusivamente i frutti delle proprie coltivazioni; prodotti che rispettino i valori riconosciuti da Slow Food, ossia che siano buoni, puliti e giusti.
La formula ha un elevato valore sociale perché si prevede che la gestione di questi mercati, con la selezione dei produttori, sia affidata ad un comitato di cui facciano parte agricoltori e consumatori.
Esistono attualmente 10 mercati della terra in Italia e 6 nel mondo outside of Italy.
Come i numeri dimostrano, organizzare un luogo di incontro tra produttori artigianali di prodotti di qualità e consumatori non è impresa facile. Le piccole imprese agricole che, sottraendosi alle logiche di standardizzazione produttiva delle grandi società del settore agroalimentare, scelgono di ancorarsi a produzioni tipiche di qualità, con modelli organizzativi semplici e tradizionali, fanno fatica, spesso, a presentare la propria offerta in mercati dagli esiti incerti, anche per banali questioni di tempo. Presentarsi in un mercato “nuovo” vuol dire lasciare sguarnita l’azienda e trovarsi con qualche lavoro arretrato senza aver certezza di recuperare le spese e di tornare con le ceste vuote. E’ per questo che occorre grande lavoro e grande credibilità per organizzare i “mercati della terra”, dovendo coinvolgere agricoltori che sudano quotidianamente per verificare l’andamento della campagna, curare le coltivazioni, pianificare i lavori e la gestione dell’azienda, penalizzata da mille adempimenti e burocrazie, imposti all’intero settore dalle multinazionali del cibo, dominus di un’agricoltura violenta.

La locale condotta di Slow Food sta lavorando perché a Benevento si crei un “mercato della terra”. Al perseguimento di questo ambizioso obiettivo va ascritta l’iniziativa dello scorso fine settimana ( eloquentemente, “Verso il mercato della terra sannita”), svoltasi presso la Masseria Roseto. L’esposizione di ben undici produttori, che hanno esposto e venduto vere e proprie chicche del gusto (papaccella napoletana, cipolla di Alife, pecorino Bagnolese, prosciutto di Pietraroja, solo per citarne alcune) va considerato senza dubbio un ottimo viatico. L’afflusso di “consumatori”, inoltre, ha ripagato lo sforzo dei piccoli agricoltori presenti (vedi elenco in calce con indicazione dei recapiti) e lo sforzo degli organizzatori, rendendo credibile il percorso intrapreso.
A margine del mercato, si sono svolti, poi, due “laboratori del gusto”, ossia momenti di “conoscenza” del latte nobile e dell’olio di oliva. Siamo convinti che l’educazione al gusto ed al piacere del gusto siano fattori decisivi per combattere l’omologazione dei prodotti alimentari e difendere la biodiversità dei territori e delle produzioni. Questi momenti di approfondimento e “riconoscimento” dei prodotti “buoni”, guidati da esperti regionali di Slow Food, sono stati aperti anche ai bambini, che hanno iniziato, dunque, a “conoscere” il sapore del latte e dell’olio di oliva.
Non avevo mai visitato Masseria Roseto, nella pianura aperta verso la valle vitulanese, chiusa dal parco del Taburno Camposauro, splendida costruzione in pietra curata nei dettagli, con bellissime macro macrofioriere, costruite ad hoc con assi di legno ed adibite ad orto, poste all’ingresso ad accogliere il visitatore che rimane catturato dai peperoni che quasi faticano a crescere, dalle melanzane ancora sulla pianta e dalle piante aromatiche bellissime, folte e profumate, dai colori di questi frutti della terra.
“Ingredere fideliter hospes, cor tibi hospites pandunt – ospite entra tranquillamente, padroni di casa ti apriranno il cuore” recita lo slogan della Masseria Roseto, ed in effetti di una cordialità non comune mi è parsa l’accoglienza dei padroni di casa Cotroneo, per altro impegnati a guidare imprese in settori meno aulici e decisamente aridi, che hanno reso entusiasmante il laboratorio del gusto, fornendo l’olio di olive proprie (delle varietà leccino ed ortice), frante, pochi istanti prima dell’assaggio. Il mini frantoio aziendale, di ultima generazione, grazie a tempi di lavorazione ridottissimi e conseguente mantenimento di basse temperature di lavorazione (a freddo), consente di ottenere un olio che trasferisce al palato, integra, la ricchezza dei profumi e degli aromi delle olive, deliziando il gour_man.

A seguire l’elenco delle aziende che hanno “partecipato” all’iniziativa di Slow Food, con indicazione delle produzioni e dei recapiti, utili a chi fosse interessato ad avere informazioni o ad acquistare:

Cusanelli Giovanni , prosciutto di Pietraroja, recapito 328 3278495
Melillo Antonietta, ortaggi e cipolla di Alife, recapito 0823 918507
Egizio Vincenzo , ortaggi , “Papaccella Napoletana” e “Cannellini Dente di Morto di Acerra” (Presidi Slow Food), recapito 081 6588976
Mastroianni Angelo, miele e ortaggi, recapito 329 7296897
Dolcezze del Sannio, pane e prodotti da forno, recapito 334 3658173
Minicozzi Angela, pasta fresca con semola di produzione propria, recapito 0824 927024
Fortunato Giuseppe, azienda agro-zootecnica con caseificio aziendale, recapito 347.4998907
Francesco e Mara Savoia, prodotti caseari aziendali, recapito 339 1234657
Azienda Agricola Silvestri di Pietro Iadarola, conserve, sottoli, succo d’uva, recapito 0824 986037
Caseificio Ponticorvo, mozzarella di bufala, recapito 0823 865000
Frantoio Minicozzi, olio extravergine d’oliva, recapito 0824 924564
Caseificio “Il Massaro”, pecorino di Bagnolese fresco e stagionato, recapito 0823 717192
Agriturismo Collina di Roseto, salumi , confetture , olio extravergine, farro e cereali, recapito 0824 29425
 

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