La faida del pinolo e altri litigi

The game of cooking… agli ai ai ai

Vabbé, il gioco di parole, ce ne rendiamo conto è bruttino, ma l’aglio della discordia ci ha dato lo spunto per riflettere su quanto possano essere violenti gli scontri sulle ricette della tradizione.

Premesso che neppure il più sprovveduto metterebbe l’aglio nell’amatriciana, che Cracco paga il dazio della sua sovraesposizione e dell’irritazione che crea il suo uovo marinato, tutti prima o poi abbiamo affilato, è il caso di dire, i coltelli in un dibattito culinario.

Dalle nostre parti esiste una faida che farebbe impallidire Montecchi e Capuleti, la faida del pinolo.

Si, sapete tutti di che parliamo…l’annoso dilemma del pinolo nel cardone.

Sul trono in questo momento siede la famiglia che ha nel suo vessillo il pinolo, ma gli antipinolisti non si sedano. La strategia di questi ultimi è molto semplice: aizzare le famiglie vicine contro il pinolo, aggiungendo alla ricetta ingredienti spacciati per fondamentali.

E così si buttano nella mischia sostenitori del pane fritto, i nemici della polpettina e da lontano pare stia arrivando una famiglia esiliata, che porta nel vessillo la pasta reale…

Si sono spaccate solide amicizie su questo tema, quasi più che su uno scontro calcistico (vabbé forse no…). A volerne vedere il lato poetico si potrebbe dire che, nonostante tutto, la forza delle tradizioni familiari è forte, e che per ognuno i propri sapori dell’infanzia, della famiglia sono quelli giusti, quelli indiscutibili.

E’ vero, siamo a febbraio e forse dovremmo litigare sulla consistenza delle chiacchiere (nel senso di dolci) o dell’altezza della pizza piena, ma il pinolo è più cool!

Voi, nell’epica battaglia, dove vi collocate?

 

nuovo forchette

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