La chicca: le birre di Perugia

Iniziamo oggi una nuova rubrica: la chicca.

Dal dizionario online Treccani: “CHICCA: … cosa squisita, anche cosa rara, preziosa, inedita”.

Con la sapiente collaborazione di Luigi Marotti, titolare dell’Enoteca Bar Elisa di Benevento e grande esploratore del controverso, complesso e ricco mondo dell’enogastronomia, periodicamente segnaleremo vini, birre, cibi meno noti e che a nostro avviso meritano di essere conosciuti.

Più che la squisitezza assoluta dei prodotti che via via presenteremo, ci interessa la loro preziosità, ovvero la capacità di esprimere, oltre che un gusto ottimo, un valore ulteriore che può risiedere nella storia, nel territorio, nelle persone.

Partiamo con la birra del birrificio artigianale Perugia, fondato nel lontano 1875, successivamente chiuso nella prima metà verso gli anni trenta del novecento e ripreso da un gruppo di giovani ad inizio degli anni duemila. Il birrificio sorge a Pontenuovo di Torgiano, in Umbria, a sud di Perugia, in una zona ricca di sorgenti e prossima al Tevere, nel suo primo tratto. Non è un caso. La produzione della birra, difatti, è fortemente condizionata dalla possibilità di attingere acque pure. Ed entusiasma, del resto, sapere che l’antico nome del fiume era Abula probabilmente per il colore “biondo” delle sue acque.

L’azienda scrive “le birre Perugia sono artigianali, autentiche, ricche di personalità, non pastorizzate, non filtrate, senza conservanti né additivi, rifermentate in bottiglia”.

A noi sono piaciute.

birra artigianale caricatore luppoli calibro 7 rossa

Nota: Luigi Marotti, che collabora per questa rubrica, è nostro amico. Vi invitiamo, per questo, a legge LA NOSTRA POLITICA

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